La cultura o "l'urlo dell'uomo di fronte al suo destino"(A.Camus)

Author: L'antropologo / Etichette: , ,


Su quest'isola deserta che chiamiamo Terra, gli uomini non sono che una fra le tante miriadi di specie di esseri viventi. Solo in una cosa l'Uomo si distingue dagli altri animali: la consapevolezza della morte, in cui si imbatte inevitabilmente, nel suo vivere associato. Da questa deriva la necessità di elaborare un senso, materiale e spirituale, all'esistenza, per sfuggire al totale annichilimento della contingenza.

L'elaborazione del lutto, è solo una delle componenti di quello sforzo di trascendimento dell'immanenza della vita materiale che l'uomo compie quotidianamente. Lo sforzo umano, costante e pervasivo, va in direzione del superamento dell'Alterità della Terra, un impresa semantizzante (attribuzione di significato) ed insieme ermeneutica del mondo(orientarsi ed interpretare ciò che ci circonda), che si presenta nel modo più diretto nel Lavoro, inteso nel suo senso primo, ovvero come trasformazione della Natura in Oggetto, vittoria dell'Uomo sul disumano.

Quest'impresa che l'uomo compie per piegare il mondo verso se stesso, per plasmarlo secondo il suo disegno e le sue necessità, possiamo chiamarla cultura.

La cultura, in senso antropologico, diverge dalla sua accezione comune: non si tratta di conoscenze di cui un individuo può far sfoggio, ma della costruzione sociale di un senso, di una rappresentazione del mondo che struttura la relazione centripeta fra l'uomo e l'uomo, insieme a quella centrifuga, fra l'uomo e la Terra.

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